In pronto soccorso a Bari. Il ministro Piantedosi: “Più vicinanza Polizia”
Presa a calci da una paziente che, al pronto soccorso, pretendeva di essere visitata immediatamente
nonostante avesse una lieve ferita a un dito e un codice verde. Vittima dell’aggressione una giovane infermiera in servizio nell’ospedale Di Venere di Bari: l’operatrice sanitaria ha riportato ferite guaribili in sette giorni e adesso, in un post su Facebook poi rimosso, si chiede “se conviene davvero” dedicarsi con dedizione a un lavoro faticoso. “Vi prego rispettateci, rispettate l’impegno che ci mettiamo”, scrive amareggiata mostrando in foto la gamba bendata. Sulla questione sicurezza negli ospedali è intervenuto anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, spiegando che “cercheremo di intensificare la vicinanza delle forze di Polizia nei pronto soccorso e nei presidi ospedalieri interessati da fenomeni di questo tipo: è un ragionamento che si sta facendo già a livello territoriale”, ha assicurato.
La giovane infermiera, in servizio da due anni al Di Venere, è stata presa a calci, inseguita e minacciata solo per aver tentato di spiegare ad un’altra donna in attesa”, ricostruisce l’Asl, “che i codici rossi più gravi avevano la precedenza. La donna, che ha inseguito l’infermiera costringendola a trovare riparo in uno spogliatoio, ha approfittato della assenza della guardia giurata impegnata in quel momento in un altro reparto. Poi è stata portata di forza fuori dal triage del pronto soccorso dove ha continuato a minacciare l’infermiera e gli altri operatori sanitari, creando panico e caos in tutto il reparto. “E’ inaccettabile come sempre più spesso si verifichino atti di violenza ai danni degli operatori sanitari in prima linea”, commenta il direttore generale della Asl di Bari, Antonio Sanguedolce, che questa mattina ha contattato la professionista per esprimerle “massima solidarietà”. E in effetti non e’ il primo episodio che si registra nell’ultimo periodo: qualche settimana fa, un medico di famiglia di Bitonto è stato aggredito nel suo studio da un paziente che, insofferente per l’attesa e malgrado il medico lo avesse rassicurato che sarebbe stato presto visitato, gli ha sferrato un calcio fratturandogli una mano. Due mesi fa, invece, a Bari una dottoressa di guardia medica si è vista scaraventare addosso una sedia da un paziente in attesa. A Udine l’accompagnatore di una paziente ha cercato di strozzare una specializzanda di 28 anni. Il fenomeno preoccupa il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, che nei giorni scorsi aveva proposto la presenza dell’esercito e delle forze dell’ordine negli ospedali più a rischio e di evitare i turni di notte nelle guardie mediche se si lavora da soli.