Comò
Manchette Fono VI.PI.

Mance per servizi cimiteriali a Taranto, otto arresti

Indagati dirigenti comunali e il comandate della polizia locale

Mance per le sepolture al cimitero di Taranto. Otto le persone indagate, una è finita in carcere, le altre sette ai domiciliari, tra questi alcuni dipendenti del Comune e persone appartenenti ad una società cooperativa sociale. Sono tutte accusate di turbata libertà degli incanti e corruzione. L’indagine, condotta dalla Squadra Mobile, si è sviluppata dall’aprile 2021 dopo l’incendio di due automezzi di proprietà di una società che gestiva i servizi cimiteriali per conto del Comune, incendio avvenuto nei pressi dell’ingresso principale del cimitero di San Brunone. In carcere è finito Giuseppe Cristello, necroforo del cimitero. Altri sette ai domiciliari: si tratta dei dipendenti comunali Tiziano Scialpi e Vito Giannini, l’ex amministratore di fatto della società cooperativa Kratos Francesco Alfeo, e poi Antonio Sansone, Cataldo Forte, Giuseppe
Ligorio e Valter Pernisco, che avrebbero compiuto azioni illecite utilizzando anche la cattiva fama di un noto esponente della criminalità salentina Cataldo Sambito, recentemente scomparso. Gli indagati, secondo l’accusa, si sarebbero accordati, ponendo in essere “molteplici condotte criminali” che avrebbero
permesso alla società cooperativa sociale di aggiudicarsi illecitamente la gestione dei servizi cimiteriali in Taranto per alcuni anni, con un importo della gara di appalto di circa sette milioni di euro. Alcuni dipendenti del Comune avrebbero modificato i punteggi attribuiti alle offerte tecniche e agito per favorire irregolarmente la società cooperativa sociale a discapito delle altre che avevano partecipato alla gara, in
cambio di elargizioni di denaro. Il gruppo dei necrofori riusciva ad ottenere dai familiari delle persone
decedute, direttamente o attraverso l’intermediazione di agenzie funebri o di dipendenti cimiteriali, somme che variavano dai 100 ai 250 euro per ogni singola procedura di tumulazione o estumulazione. Respinta la richiesta di applicazione degli arresti domiciliari nei confronti di altri
due dirigenti indagati: il comandante della Polizia Locale Michele Matichecchia e il direttore generale del Comune Carmine Pisano.

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