Due anni e sei mesi di reclusione per il patrigno di una “bulla” che avrebbe perseguitato, con pedinamenti e minacce, la madre della vittima
Il patrigno di una “bulla” avrebbe perseguitato, con pedinamenti e minacce, la madre della vittima. L’uomo, per questo, è stato condannato a due anni e sei mesi di reclusione con l’accusa di stalking. A finire nei guai il patrigno di una studentessa 14enne dell’Istituto professionale Majorana di Bari che lo scorso gennaio sarebbe stata aggredita dalla mamma della compagna di scuola che aveva bullizzato. Secondo la Procura di Bari, il 50enne avrebbe perseguitato la donna che, per porre fine alle continue vessazioni subite da sua figlia, avrebbe aggredito la ragazzina bulla, colpendola con una testata. Da quel momento il 50enne avrebbe iniziato a perseguitare la donna con ripetute telefonate, minacce e appostamenti sotto casa.
In aula l’uomo si è difeso dichiarando di aver minacciato la donna una sola volta, con una telefonata. “Le altre volte è stata lei a chiamarmi – ha precisato – per chiedermi di ritirare la denuncia” presentata dopo l’aggressione alla presunta bulla. L’uomo ha anche aggiunto di non aver mai seguito né la donna né sua figlia. Per lui il difensore aveva chiesto l’assoluzione o, in subordine, la concessione delle attenuanti generiche vista l’ammissione degli addebiti durante il processo, oltre alla cancellazione dell’aggravante di aver agito nei confronti di una minorenne.