Fino ad oggi era stato individuato e condannato solo l’esecutore materiale, Giuseppe Piccolo
Ci sono nuovi indagati per l’omicidio di Benedetto Petrone, il 18enne operaio comunista ucciso il 28 novembre 1977, a Bari, durante l’azione di un gruppo di militanti fascisti. Al momento non è emerso né quanti siano né di chi si tratta ma per la prima volta in quasi sette anni, gli inquirenti potrebbero aver individuato presunti complici. A luglio scorso il gip Angelo Salerno aveva disposto nuove indagini sul caso, respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura – per prescrizione – dell’inchiesta aperta nel 2017 a carico di ignoti. Il gip rilevò come il reato di omicidio non potesse considerarsi prescritto perché aggravato dalla crudeltà e dai futili motivi. Non ritenne invece esistente l’aggravante della ricostituzione del partito fascista. Per l’omicidio di Petrone fu condannato a 22 anni di reclusione dalla Corte d’assise di Bari il solo esecutore materiale, Giuseppe Piccolo, pena ridotta in appello a 16 anni nel 1982. Piccolo morì suicida in carcere due anni dopo la sentenza di secondo grado.